dimanche 26 décembre 2010

Ushahidi: contro le discariche abusive la tecnologia che salva vite in Kenya

Può succedere che un software open source venga adottato per combattere un'emergenza locale: quella dei rifiuti.

di Federico Formica

Ushahidi: contro le discariche abusive la tecnologia che salva vite in Kenya


 

Dal Kenya all'entroterra campano il passo può essere breve. Può succedere che un software open source - nato nel corso di una guerra civile per aiutare la gente - venga adottato da un professore universitario di Napoli e da un manipolo di studenti per combattere un'emergenza locale: quella dei rifiuti.
Il trait d'union si chiama Ushahidi, un programma che permette di gestire e condividere un flusso di informazioni in situazioni di emergenza. Ogni segnalazione viene geolocalizzata e disposta su una mappa navigabile. Risultato: uno sguardo immediato su cosa serve, cosa sta succedendo, chi ha bisogno di cosa e, soprattutto, dove. La forza di Ushahidi sta nel suo stesso nome, che in swahili significa "testimone": chiunque può partecipare, basta avere un cellulare o un pc connesso a internet.
Tutto è cominciato nel gennaio del 2008, durante un'ondata di violenti scontri in Kenya, quando a un team di programmatori, blogger e un avvocato - kenyoti e non - venne l'idea: dare alle persone uno strumento per salvarsi la vita attraverso il passaparola online. L'esperimento riuscì e da allora Ushahidi è sbarcato ovunque ce ne fosse bisogno: dalla guerra di Gaza al Messico per monitorare le elezioni, da Washington durante lo "snowmageddon" ai terremoti di Haiti e Cile.
E ora anche le discariche abusive in Campania. Il fenomeno che, insieme ai roghi clandestini di rifiuti, continua a tormentare i cittadini nelle province di Napoli e Caserta. Si tratta della prima applicazione europea di Ushahidi.
A coordinare il progetto è Giulio Gargia, giornalista e professore all'università Orientale di Napoli. Tra lui e Ushahidi è stata intesa a prima vista: "Il bello di questo sistema è che si basa su un istinto innato dell'uomo: quello di avvertire gli altri della presenza di un pericolo. Il software consente di farlo istantaneamente e con grande precisione".
Chi poteva portare a Napoli un software kenyota, se non un ragazzo campano che vive in Kenya? Vincenzo Cavallo vive a Nairobi da anni, un giorno ha incontrato il professor Gargia e gli ha mostrato le immense potenzialità di Ushahidi. Non poteva esserci miglior ambasciatore: Cavallo è stato, insieme ad altri colleghi, il primo ad utilizzare il software in situazioni "normali". L'applicazione, che si chiama "Urban Mirror", tiene traccia delle principali attività culturali della capitale. Con la sua associazione Cultural Video Foundation, Cavallo si è occupato dell'immensa discarica di Dandora a Nairobi.
Anche per questo, forse, non dev'essere stato difficile far scattare la molla nella mente del professore-pioniere, che ha seguito da vicino l'emergenza rifiuti del 2008. Gargia spiega di essere rimasto "traumatizzato, come molti miei conterranei, da quell'esperienza". Così ha deciso di trasferire la sua esperienza agli allievi del corso di giornalismo internazionale.
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